Lecco, 29 settembre 2020 – Come Reginald Green anche Marco Galbiati lotta da anni per poter conoscere le persone che hanno potuto continuare a vivere grazie alla donazione degli organi del figlio Riccardo, ragazzo lecchese di 15 anni che sognava di diventare chef, scomparso il 2 gennaio 2017 dopo un malore che l’ha costo sulle piste di sci dell’Aprica. La legge non lo permette, ma grazie a un messaggio anonimo Galbiati è riuscito a incontrare almeno uno dei riceventi. Molti sollevano dubbi sugli aspetti negativi che questa possibilità può comportare senza mediazione. L’anonimato rappresenterebbe una sorta di tutela anche per le famiglie, ma il movimento di opinione, nato dalla battaglia di alcuni genitori che hanno acconsentito all’espianto, proprio come quelli di Galbiati, che hanno raccolto firme e proposto dibattiti, ha dato vita a una proposta di legge ora ferma alla Camera.

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