Lecco, 26 aprile 2018 – “Signor Marco Galbiati sono Pedalà Maria Pia che nel lontano 1994 ricevette il fegato del piccolo Nicholas Green. Vorrei scriverle tante cose, ma non so proprio da dove iniziare”.

Inizia così la mail che la signora Pedalà ha scritto pochi giorni fa a Marco Galbiati, una missiva di sostegno alla battaglia del papà di Riccardo per abbattere la barriera dell’anonimato tra famigliari dei donatori di organi e riceventi.

“Sono vicina al suo dolore per la perdita del piccolo Riccardo e ancora di più alla sua battaglia e quella di Reg Green che vi vede fortemente motivati affinchè venga modificata la legge che espressamente vieta alle parti coinvolte in un trapianto di poter decidere liberamente se poter o meno incontrarsi”, prosegue la donna.

La signora porta una testimonianza importante, quella di chi ha conosciuto i famigliari del donatore (nel 1994 non c’era ancora la legge che impone l’anonimato): “La mia esperienza personale grida a gran voce che i contatti che ho con la famiglia Green mi hanno sempre dato una carica in più. Conoscere la vita del mio donatore mi ha, se possibile, dato una marcia in più perchè sono convinta che la possibilità di una seconda vita che gente generosa come lei e la famiglia Green ci avete regalo merita di poterci guardare negli occhi e stringerci in un abbraccio che vale più di mille parole”.